Sparanise – Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha reso noti i dati relativi alle dichiarazioni dei redditi del 2017. Dal quadro nazionale emerge ancora una volta l’enorme diversità, (e dove sta ormai la novità?) tra il ricco nord ed il sempre più disastrato sud. Evitando ulteriori approfondimenti che lasciamo volentieri alle testate giornalistiche specializzate, vale la pena osservare il dato che riguarda più da vicino gli abitanti di Sparanise, che in totale sono poco meno di 7500. I dati del MEF ci dicono che in città ci sono circa 4500 contribuenti che dichiarano complessivamente poco più di 71 milioni di euro. In 2351 percepiscono reddito da lavoro dipendente e assimilati mentre sono 1599 gli sparanisani che vivono con un reddito derivante da pensione. Pochi, invece, sono solo 66, coloro che producono reddito da lavoro autonomo; mentre sono in 223 i contribuenti che dichiarano al fisco entrate provenienti, a vario titolo, dal lavoro di impresa. Il reddito medio complessivo annuo dichiarato per l’anno 2016 ammonta a poco più di 16.000 euro, sostanzialmente uguale a quello dell’anno precedente. Interessante il dato diviso per numero di contribuenti e fasce di reddito. Sono solo 4 gli sparanisani che dichiarano un reddito superiore ai 120.000 euro annui. Salgono a 20, invece, coloro che dichiarano dai 75.000 ai 120.000 euro che sono comunque meno della metà dei 51 contribuenti che denunciano dai 55.000 ai 75.000 euro annui. Per dare un valore circa la distribuzione del reddito e quindi lo stato di benessere medio della collettività sparanisana, è interessante capire come esso è distribuito. Partendo dai più ricchi emerge subito che il reddito complessivo dichiarato da questi 75 contribuenti, pari a circa l’1,6 % della popolazione ammonta a 5.579.293 euro che però rappresenta circa l’8 % del totale dichiarato. Quindi, semplificando al massimo l’equazione per rendere il dato più comprensibile, si può affermare che l’1,6 della popolazione detiene l’8% della ricchezza dichiarata per l’anno 2016. Analizzando le due fasce di reddito successive emerge un dato che conferma con autorevolezza che almeno a Sparanise la classe media, o quel che ne rimane, esiste ancora. Nella fascia che va dai 26.000 ai 55.000, che si compone per lo più da lavoratori da lavoro autonomo, professionisti e dipendenti pubblici, ci sono ben 823 contribuenti, vale a dire coloro che vivono ben al di sopra del reddito medio sparanisano e meridionale in genere. Sono invece 1016 i contribuenti che dichiarano dai 15.000 ai 26.000 euro annui. In questa fascia troviamo lavoratori dipendenti e pensionati che rientrano nella soglia del reddito dichiarato medio, che ricordiamo essere sempre di poco più di 16000 euro, ma che arrivano anche fino a 10000 euro al di sopra di tale valore. Sono, purtroppo, ancora tanti i contribuenti che dichiarano un reddito inferiore alla media. Le fasce più deboli partono sicuramente dai 670 cittadini che dichiarano da 10.000 ai 15.000. Tuttavia, il dato che desta la maggiore preoccupazione è quello relativo ai contribuenti che dichiarano un reddito annuo che va da 0 a 10.000 euro, pari a 8.769.085 di reddito complessivo. Sono ben 1824, pari al 40 % della popolazione dichiarante! Ci sono, infine, 8 contribuenti che dichiarano reddito zero. Se ne deduce, sempre facendo il ragionamento di sintesi adottato sopra per le fasce più ricche, che il 40% della popolazione detiene poco più del 12% della ricchezza globale prodotta. E’ questo l’elemento che dovrebbe far riflettere. Se da un lato la classe media si difende, sia in termini numerici che in reddito dichiarato, esprimendo un valore sufficiente a mantenere un tenore di vita al di sopra della media, dall’altro stride il gran numero di contribuenti che deve fare bene i conti per arrivare alla fine del mese. Se consideriamo che il 40% della popolazione dichiarante di Sparanise rientra quasi interamente nella cosi detta “fascia che necessita di assistenza” diventa più facile comprendere quanto abbiano influito le promesse elettorali, come ad esempio il reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia del M5S, nelle intenzioni di voto delle recenti elezioni politiche. Il dato è drammatico e Sparanise, un tempo neanche troppo lontano operosa e benestante, grazie alla presenza di numerose ed importanti aziende operanti sul territorio comunale, si trova a fare i conti con una situazione per niente incoraggiante. Quasi la metà dei cittadini oscilla sulla soglia della povertà! Oggi più che mai, e ce lo confermano i dati macro e micro economici, l’elemento lavoro è determinante per uscire da questa crisi. Se c’è, come emerge dalle statistiche riguardanti le regioni del nord Italia, il benessere e la qualità della vita rientrano negli standard europei ed occidentali in genere. Se manca, come nel mezzogiorno, diventa tutto più difficile e complicato. Certo, ci sono un pario di elementi che gioco forza sfuggono al MIF: il mondo del sommerso ed il lavoro nero. In mancanza di un lavoro stabile spesso ci sia arrabatta coma meglio si può per cercare di sopravvivere ma il quadro generale resta comunque estremamente drammatico e preoccupante. L’unica via per uscire da questo tunnel ed invertire la rotta non è quella dell’assistenzialismo tout court ma è, senza alcun dubbio, quella di favorire politiche economiche, fiscali e sociali capaci di creare occupazione. Anche a Sparanise!
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