Untitled-1
©2007 | Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere - Reg. N° 676/2007

 

 
 
----------------

Da 22 anni nessuna amministrazione riesce ad arrivare compatta a fine mandato

Breve cronistoria di un fenomeno politico tutto sparanisano
17/3/2018 2:59

Sparanise – Le dimissioni dell’ormai ex vice sindaco Armando Giramma hanno aperto, soprattutto tra le nuove generazioni, un’attenta discussione sul modus operandi che caratterizza la classe politica locale da 22 anni a questa parte. Se da un lato c’è chi si stupisce e si scandalizza, dall’altro c’e chi si rammarica e si indigna a causa degli smottamenti in seno alle maggioranze che governano la città. Eppure non dovrebbe essere cosi e la spiegazione è fornita proprio dalla storia recente che ci viene in soccorso e ci svela le varie sfaccettature di un fenomeno tutto sparanisano. Partiamo dal 1996, anno in cui entra in vigore il sistema maggioritario con l’elezione diretta del sindaco. Dopo una battaglia all’ultimo voto Antonio Merola prevale di una manciata di voti su Bruno Felisio e stacca di circa 500 voti Franco Roscilli. La maggioranza si insedia ma dopo poco più di un anno l’idillio finisce ed il medico perde 3 consiglieri: Armando Giramma, Assunta Zona e Nozzolillo. Dopo qualche anno ne guadagna uno, il compianto Salvatore Izzo, che lascia la minoranza targata Roscilli e passa con la maggioranza Merola. Nelle elezioni successive Merola fa il bis e con 2999 voti sconfigge in maniera nettissima i suoi rivali Roberto Romeo e Mariano Sorvillo. Nella lista di Merola trovano dimora per cooptazione, gran parte degli sconfitti della lista che 4 anni prima era stata capitanata da Roscilli, il quale viene puntualmente eletto e ricopre l’incarico di assessore esattamente come Izzo. Una vittoria numericamente schiacciante che avrebbe dovuto sancire lunga vita ed una maggioranza integra e compatta, giusto ? Ma certo che no! Le percentuali bulgare non bastano a fermare l’emorragia di altri due consiglieri di maggioranza, vale a dire Giuseppe Gravante e Bruno Cucinella, che a metà amministrazione passano all’opposizione di Merola. Nel 2005 Merola, bloccato dal vincolo dei due mandati consecutivi, tira la volata a Salvatore Piccolo, assessore uscente ai lavori pubblici, che vince di misura su Mariano Sorvillo e distacca l’omonimo cugino. Dunque gruppo compatto? Neanche per sogno. Stavolta le turbolenze e le spaccature sono tante e tali che costano addirittura la poltrona a Piccolo che poco dopo la prematura scomparsa dell’indimenticato Giovanni Senese, viene mandato anticipatamente a casa. Penserete voi: sarà stato affondato dalle opposizioni ? Assolutamente no, o almeno non del tutto. Infatti, oltre ai consiglieri di minoranza firmano le dimissioni anche quattro suoi consiglieri, vale a dire Antimo Vito, Luigi Marchione, Salvatore Izzo e Giovanni De Felice. Siamo perciò arrivati nel 2009 e la spaccatura in tre liste del blocco di centro destra regala una vittoria insperata a Mariano Sorvillo, che intanto aveva inglobato quel Salvatore Piccolo che 4 anni prima gli si era candidato contro. Con poco meno di 2000 voti prevale nettamente sul sindaco sfiduciato Salvatore Piccolo, ma anche su Antonio Merola e Luigi Marchione. L’avventura lasciava presagire una lunga intesa ma, puntuale come un orologio svizzero, neanche la compagine del buon Mariano riesce ad arrivare integra alla fine del mandato elettorale. Prima salta l’intesa con Piccolo che passa polemicamente all’opposizione, e sul finire getta la spugna anche Pasquale Ranucci. Una spaccatura di manifesta anche nella minoranza con Anna Fucile che abbandona Merola prima della fine del mandato. Nel 2014 è di nuovo scontro Merola-Sorvllo, con la new entry Fabio Monfreda a provare a contendere la fascia tricolore ai due ex sindaci. Merola prevale anche stavolta e si avvia ad amministrare per la quarta volta Sparanise. Eppure, nonostante l’esperienza, il medico, alla sua quarta sindacatura, dura poco più di un anno. Ancora un volta il gruppo uscito vittorioso dalle urne non regge e come avvenuto 5 anni prima con Piccolo, il medico viene sfiduciato. Dinanzi ad un notaio a Santa Maria Capua Vetere, si dimettono i quattro consiglieri di minoranza ed i consiglieri di maggioranza Luigi Marchione, Franco Mandara e Anna Sclama. Su nomina del Prefetto di Caserta, il Commissario Prefettizio Stella Fracassi traghetta la città fino alle elezioni del maggio 2016. Si presentano agli elettori Antonio Merola e Mariano Sorvillo, entrambi alla quinta candidatura consecutiva, ed il giovane Salvatore Martiello. L’elettorato sparanisano, forse stanco della solita offerta politica, decide di cambiare e, al termine di una campagna elettorale dove in molti, per toni accesi e pochezza di contenuti, riescono a toccare veramente il fondo, Salvatore Martiello a capo di una squadra composta per la quasi totalità da volti volti nuovi e da due esponenti esperti come Armando Giramma e Umberto Ferrone, diventa il sindaco più giovane della storia recente con una vittoria al fotofinish su entrambi i rivali. Fino alla settimana scorsa erano in tanti a scommettere che almeno Martiello sarebbe arrivato con la squadra integra fino al traguardo di fine mandato. E invece la maledizione ha colpito ancora: in settimana Armando Giramma, vice sindaco ed assessore, prima ha rimesso le deleghe e poi, nel corso del recente consiglio comunale, votando contro le proposte della maggioranza, è passato, di fatti, tra le fila dell’opposizione, dove ritrova tanti vecchi compagni di avventure politiche. Ebbene, dopo questa breve ricostruzione, tralasciando i cambi di casacca, i salti della quaglia e i tuffi carpiati, risulta evidente che nessuna amministrazione, dal 1996 ad oggi, è riuscita ad arrivare compatta alla meta. Forse vale la pena interrogarsi sui reali motivi di queste ripetute incomprensioni. Sarebbe utile domandarsi cosa si nasconde veramente dietro queste uscite anticipate; cosa c’è sotto a questa improvvisa ma ineluttabile perdita di fiducia politico-amministrativa. Sarà forse mancanza di dialogo? Perdita dell’entusiasmo? Senso di inadeguatezza? Frustrazione dovuta alla bramosia del potere? Incapacità nella gestione collegiale della cosa pubblica? Invidia? Sindrome del beneficiato ? Delusione e disincanto ? Nulla di personale, ma in considerazione dei corsi e dei ricorsi storici, per questa volta lasciamo volentieri la libertà e la parola ai lettori che da elettori, al momento opportuno, al netto del falso moralismo e della balle di circostanza, sanno sempre come scegliere…
----------------------
----------------------
Untitled-1