Sparanise – Il day after del voto per il referendum sulle riforme costituzionali consegna un quadro chiaro a livello nazionale. Con un netto 59,11% il NO ha stravinto sul SI che si è fermato al 40,89. In Campania, nonostante lo spauracchio deluchiano della frittura di pesce, le cose sono andate ancora peggio per il Governo Renzi visto che la percentuale di chi non ha approvato il tentativo di ritoccare la Carta Costituzionale è salita addirittura al 68,52, contro il 31,48. A Sparanise le cose sono andate esattamente come nel resto della regione: il NO ha stravinto con 2496 voti pari al 68,27 %, contro i 1160 del SI, pari 31,73 %. Ancora una volta e con umiltà, comunedisparanise.com, ha interpretato gli umori del popolo anticipando correttamente quello che sarebbe stato il risultato finale, diversamente dalla stragrande maggioranza dei media della carta stampata, nazionali e regionali, che si sono spesi per il SI. Oggi, attraverso la rete, in assoluta libertà, i cittadini leggono, si informano e si fanno un’opinione che, attenzione, è frutto di un match quotidiano, di comparazione e confronto dinamico. Questa opinione si plasma in una nuova forma di consenso e si trasforma in un voto che ormai sfugge al controllo di chi è stato fino a ieri abituato ad imbrigliare l’elettorato con il sistema della clientela e del cosi detto voto militarizzato. Tuttavia, l’aspetto che dovrebbe maggiormente far riflettere sta nel fatto che questi politici, spesso autoproclamatisi eminenti analisti e politologi di rango mondiale, si ostinano a definire populista (ma nella loro mente si legge ignorante) chiunque esprima un’opinione e dunque un consenso, che vada in una direzione diversa da quella da loro seguita ed indicata come unica ed assoluta. Costoro, che evidentemente e masochisticamente non si stancano mai di perdere, credono di essere un gradino sopra tutti gli altri. Ostentano una presunta superiorità culturale e morale che nei fatti si traduce spesso in spocchia, arroganza o semplicemente irritante maleducazione. Dall’alto (ma dipende sempre dai punti di vista…) dei titoli accademici sventolati a mo di patente di pirandelliana memoria, questi eminenti statisti che, nel senso nobile della politica non hanno mai messo il naso al di fuori del ponte carbonaro di Sparanise, continuano a trattare il popolo alla stregua di una banda di pecore da gestire, manipolare e soggiogare ai voleri di una autoproclamata pseudo intellighenzia, il cui unico esercizio, che per quanto vagamente tangibile, rimane tragicamente fine a sé stesso, è l’auto autoreferenzialità. Insomma, l’analisi dell’esito del voto referendario ricalca fedelmente quello delle recenti elezioni amministrative. I poteri forti, i potentati politici unitamente agli apparati di matrice ideologica che abbondavano nelle liste Uniti per Sparanise ed Insieme per Sparanise, che negli ultimi 20 anni si erano alternate alla guida della città, ostinatamente concentrati sui vecchi schemi della politica dei blocchi contrapposti, non hanno saputo leggere ed interpretare gli umori del popolo e la voglia di rinnovamento che si respirava, ed ancora si respira, all’ombra della fontana Beatrice come nel resto d’Italia, d’Europa, degli Stati Uniti e del Mondo. Sparanise non fa eccezione perché internet, i social network ed i media indipendenti danno la possibilità di far sentire anche uno sparanisano cittadino del mondo. Ed è soprattutto per questo motivo che lo scorso 6 giugno il risultato è stato cosi tranchant per il vecchio establishment locale. Un tempo neanche troppo lontano sarebbe prevalsa la rassegnazione all’inerzia o peggio ancora la supina accettazione del listone più forte, della soverchiante potenza elettorale, del ricatto. Cosi come per la Brexit contro i burocrati dell’Unione Europea; con Trump contro le lobby a sostegno della Clinton, per gli italiani contro lo strapotere politico-economico-mediatico di Renzi e, con le dovute proporzioni, di Sparanise in Movimento e del giovane sindaco Salvatore Martiello, contro gli esperti Merola e Sorvillo, ancora una volta, è prevalso il no. Perché il no è dissenso. E’ribellione ragionata. E’ azione. E’rivoluzione. E’ libertà ! E quando un popolo diventa libero la democrazia, quella vera, prevale su ogni altro tentativo di ingabbiare gli uomini e le coscienze. Ormai agli italiani e quindi anche agli sparanisani, in termini di opportunità non è rimasto granché di quella che un tempo era la quinta potenza economica del pianeta, ma almeno la sovranità popolare, almeno la possibilità di poter dire si o no, almeno il diritto di mettere un croce su di una scheda elettorale doveva essere sacrosanto e cosi è stato. Quel diritto, quella libertà di espressione, quella voglia di urlare al mondo un desiderio di cambiamento hanno fatto si che dopo 20 anni a Sparanise si azzerasse tutto in un colpo solo. Proprio come per la Gran Bretagna uscita dall’Europa, per Trump che è diventato il nuovo presidente degli Stati Uniti, e per gli italiani che, di fatto, hanno mandato a casa il mai eletto Renzi. Il cambiamento sarà positivo ? Sarà negativo ? Ce lo dirà solo il tempo. Intanto, i disastri annunciati non ci sono stati, però è stato possibile cambiare esercitando questo sentimento attraverso la sovranità popolare. Ecco, dunque, dove sta l’essenza del NO al Referendum renziano. Quell’essenza che è sfuggita a tutti coloro che non guardano più il mondo con gli occhi di chi vuol capire e poter dare qualcosa per migliorarlo ma di chi lo scruta solo per prendere una parte senza dare nulla in cambio. Possibile che non si riesca a comprendere l’epocale trasformazione che è in atto ? Oggi, superando gli steccati ideologici della destra e della sinistra, dalla rete e tramite la rete, emerge una coscienza collettiva che si confronta e spesso si fonde fino a sfociare nell’autodeterminazione del buonsenso. Ed eccole dunque le due parole magiche: coscienza e buonsenso. In coscienza, questa riforma era una fregatura ed il buonsenso ha spinto i cittadini ad aprire gli occhi ed a scrivere, a Sparanise come altrove, ancora una volta, NO ! E, piaccia o no, questo è solamente l’inizio…
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