Sparanise, di Ilario Capanna – A poco più di una settima dall’election day proviamo a fare un’analisi del voto dello scorso 5 giugno e del mese di campagna elettorale che lo ha preceduto. Iniziamo col dire che la previsione fatta da comunedissparanise.com con largo anticipo rispetto al voto, si è rivelata, ancora una volta, perfettamente aderente alla realtà. Non è successo nulla che non fosse stato previsto anche dal nostro sondaggio. Del resto i numeri non mentono mai e se li sommiamo all’esperienza maturata in quasi due lustri di ascolto del territorio se ne deduce che, nonostante i soliti detrattori, qualcosa, ed è motivo di orgoglio, abbiamo imparato. Detto questo partiamo dalle liste e dai processi di maturazione che hanno poi portato alla loro formazione. Sostanzialmente, in considerazione del commissariamento lungo quasi 10 mesi, si partiva dalla stessa posizione. Merola e Sorvillo hanno seguito sin dall’inizio il solito schema dell’attesa, della maturazione e dell’attenta valutazione delle dinamiche familiari sulle quali costruire una lista competitiva. Ad entrambi si poteva chiedere poco in merito ai programmi in considerazione che il primo dal 1996 ed il secondo dal 2000, avevano bene in mente cosa presentare agli elettori. L’unica differenza è stata poi il come, vale a dire il metodo utilizzato dai due per comunicare il programma. Martiello, invece, è partito lo scorso settembre con un’idea-concetto semplice e diretta che, con la complicità del particolare momento storico, ha potuto attingere a piene mani proprio dagli elementi critici emersi dalle gestioni dei suoi due competitors e cioè: se il popolo dice che siamo messi male e questa realtà negativa percepita dal popolo è frutto dell’operato di chi ha amministrato, vuol dire che l’unica possibilità per provare a migliorare lo status quo sarebbe dovuta necessariamente passare attraverso il cambiamento. Cosi, mentre Martiello lavorava al programma partendo dai problemi vecchi ed irrisolti passando per quelli del quotidiano da risolvere ed a qualche progetto per il futuro, dimostrando di voler puntare dritto sul voto di opinione (che è quello che determina sempre la vittoria) gli altri due si sono concentrati sul voto espressione dei blocchi familiari. Quindi mentre da un lato Merola e Sorvillo hanno lavorato sul fattore lobbistico per imbarcare pacchetti di voti attraverso candidature di nomi storici della politica locale, Martiello ha portato avanti una campagna elettorale rivolta a tutti, quasi one-to-one ma con particolare attenzione alla fascia di età 18/45 anni, veicolando concetti chiari, semplici e diretti attraverso internet e social network (ed anche qui, nonostante le diffidenza di altri, noi avevamo previsto tutto con largo anticipo…). Se ne deduce che, proprio per le differenti strategie utilizzate, sia Merola che Sorvillo non avrebbero dovuto sbagliare neanche un candidato, cosa che, invece, è puntualmente avvenuta. Inoltre, se Sorvillo ha perso parte dell’elettorato storico forse proprio a causa degli innesti di peso, Merola, per non rimanere a metà del guado, ha dovuto giocare il tutto per tutto inserendo qualche candidato in totale antitesi con la sua storia personale. I numeri dicono abbastanza chiaramente che entrambe le scelte si sono dimostrate sbagliate. A distanza di due anni, Merola ha perso 639 voti, Sorvillo 574 ! Un vero e proprio tracollo che solo parzialmente si può spiegare con i meriti di Sparanise in Movimento. Il grosso delle responsabilità sta tutto nelle scelte, o non scelte, dei due leader. Ciò detto va dato atto a Martiello, subentrato a Monfreda alla guida di Sparanise in Movimento, di aver condotto una campagna elettorale impeccabile sia dal vivo, con entusiasmanti comizi elettorali in cui ha molto parlato di contenuti, sia sotto l’aspetto più generale della comunicazione che, a ragion veduta, è stata quasi perfetta. La piazza, invece, è stato l’altro grande errore commesso da Merola, un tempo abituato ad ottenere molto dalle sue arti oratorie. Cosi, comizio dopo comizio, l’ex sindaco ha bruciato tutto il suo notevole vantaggio parlando molto, e facendo parlare troppo e male alcuni candidati che avrebbero dovuto fare la differenza proprio in piazza, con toni decisamente sbagliati, di persone che spesso nulla avevano a che fare con il contesto elettorale e troppo poco, invece, di contenuti e di progetti. Proprio su questi ultimi, anche in considerazione della sua notevole esperienza amministrativa, Merola avrebbe dovuto fare la differenza. L’ex sindaco ha commesso il grave errore di sentirsi già vincitore e di non affrontare con la dovuta umiltà e con necessaria pacatezza, un dialogo con il proprio elettorato che, evidentemente, non ha gradito i toni veramente troppo accesi e per nulla pertinenti. Dati alla mano, l’impressione che qualcuno gli abbia consigliato male la strategia da adottare o che gli abbia fatto perdere il contatto con le reali dinamiche che scandiscono la campagna elettorale, è più che fondata e fa specie che il medico non se ne sia accorto in tempo. Passando invece a Sorvillo, anche se la flessione è stata leggermente inferiore rispetto al suo storico antagonista, seppur con qualche passo in avanti, va ribadito ancora una volta che non è riuscito a fare presa sulla piazza. Se la lista ha sostanzialmente tenuto con le figure storiche, è stato, invece, pagato a caro prezzo l’errore di non aver saputo comunicare il progetto per la città e di aver scelto di candidare nomi già schierati a favore della lista. In questo modo ha fatto venire meno quel valore aggiunto che con un minimo di attenzione in più gli avrebbe consentito di battere facilmente gli altri due. Sotto questo aspetto sono molte le cose in comune tra Merola e Sorvillo e non è un caso che il fattore sia stato penalizzante per entrambi. Tuttavia, per dovere di cronaca, restando nel tema, è anche giusto rilevare che se non hanno potuto candidare persone più forti probabilmente è perche non ne hanno trovate. Qui subentra quel processo di cambiamento generazionale che ad un certo punto diventa cosi forte da diventare esso stesso un fattore dominante. Di certo l’elettorato aveva voglia di cambiare ma se Merola e Sorvillo, ciascuno secondo le proprie responsabilità, non avessero commesso errori cosi grossolani, Martiello non avrebbe mai potuto vincere. Lo dicono i numeri: Sparanise in Movimento ha vinto con il 33, 62% dei voti, solo lo 0,28 % in più rispetto alla soglia psicologica di un terzo dell’elettorato, ed ha avuto contro il 63,9 % degli sparanisani. Pensateci bene: sarebbero bastate solo 31 persone ad invertire l’ordine di arrivo. Magari una famiglia numerosa che si è sentita offesa dal palco, o una che non ha ricevuto la giusta attenzione, oppure un gruppo di amici che all’ultimo momento hanno deciso di cambiare orientamento perché delusi dalle solite litanie e dalle offese gratuite distribuite urbi et orbi dal palco ed a mezzo social network. In tutto questo scenario però, come si diceva sopra, va dato il giusto merito a Martiello ed alla sua squadra, per averci creduto fino in fondo. Per aver avuto il coraggio di sfidare i massimi sistemi senza paura e con quella giusta dose di incoscienza tipica della giovane età. Anche la lista è stata fatta su questo schema, puntando si su candidati giovani ma nel contempo anche su personaggi esperti e con un elettorato consolidato, in modo da creare un giusto mix capace di passare dai 608 voti del 2014 ai 1678 del 2016: vale a dire 1070 in più ! Ora se ci pensate bene Merola e Sorvillo hanno perso insieme 1213 che meno 143 voti dovuti alla più alta percentuale di astensionismo rispetto al 2014, fanno esattamente 1070; il che vuol dire che hanno perso anche perché non hanno saputo riconquistare ben 143 elettori che nel 2014 gli avevano dato fiducia. In definitiva, in una volta sola, il voto del 5 giugno ha decretato la disfatta di due compagini che si sono date battaglia negli ultimi 20 anni alternandosi nella gestione del potere locale. Di certo c’è che i problemi da affrontare sono tanti e con il passare delle settimane si sommeranno ad altri ostacoli di varia natura, palesi e celati, che saranno posti da chi non ha interesse affinché i problemi trovino soluzione. Perciò ora sta a Salvatore Martiello ed alla sua squadra dimostrare con i fatti che il cambiamento voluto con forza dall’elettorato giovane trovi effettiva e concreta realizzazione nei fatti e che la grande iniezione di fiducia avuta dal popolo di Sparanise sia stata ben riposta.
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