Napoli, di Ilario Capanna – Nel centro storico di una Napoli tutta immersa nell’atmosfera natalizia e colorata di passione ed amore autentico per l’arte, è andato in scena “Il Piccolo Principe”, progetto artistico ispirato alla celeberrima opera di Antoine de Saint-Exupéry. Nato da un’idea di Antima Pepe e Roberto Tripodi, che ne hanno rispettivamente curato anche le musiche originali e la regia, il progetto ha visto la partecipazione di Michela Delli Santi, che ha riadattato i testi della famosa opera letteraria per ragazzi, di Luciana Accettulli e Alessia Pulvirenti che hanno collaborato alle coreografie ideate da Tripodi, di Antonella Morea e Luca Saccoia, trascinanti e coinvolgenti voci narranti, di Francesca Strino che ha curato l’elaborazione scenografica, dei ballerini solisti Alessandro Amoroso, Rosita Russo e dello stesso Roberto Tripodi, dei musicisti Stefano Maria Longobardi, Maria Grazia Grossi, Pasquale Benincasa, Fulvio Gombos, Gaetano Maria Palumbo, Antonio Ruocco, e delle allieve della classe seconda e terza del liceo coreutico “Galilei” di Mondragone, Francesca Adamo, Marika Alberico, Erica Bocchino, Annalisa Brunetti, Anita Capanna, Chiara Chianese, Adelia Di Fusco, Chiara Di Leone, Federica Falconetti, Rosa Federico, Carmen Giocondo, Jasmine Izzo, Federica Landa, Valentina La Torre, Mariantonietta Mango, Alessia Martino, Francesca Neri, Syria Nocella, Maria Paciolla, Luisa Pagliaro, Giuseppina Pollio, Angela Rota, Alessia Sorvillo, Emilia Viola e Alessia Zarrillo. Messa in scena nello spazio performativo dell’ex Asilo Filangeri di Napoli, la versione rielaborata de “Il Piccolo Principe” è stata una lunga ed intensa emozione che si è articolata in maniera eccellente partendo da un’opera che parla di amore e di amicizia, attraverso la danza, la musica e la narrazione, legate tra di loro da un amabile fil rouge, fino al tentativo, in verità ben riuscito, di dare un senso più profondo ed armonioso alla vita. Sicuramente una serata emozionante come poche che rimette al centro quella sinergia tra mondo della scuola, arte e perché no, lavoro, di cui nella società civile tanto se ne avverte il bisogno. La sensazione percepita dal numeroso ed attento pubblico è che quanto stia avvenendo da qualche tempo al liceo coreutico “Galilei” vada, finalmente, oltre la sperimentazione tout court, assai frequente nel periodo pre-natalizio, e si sedimenti, invece, in qualcosa di più profondo ed importante, soprattutto sotto l’aspetto formativo ed artistico. Una scuola statale è per definizione diversa da una scuola privata. Lo è tanto nell’approccio motivazionale dello studente quanto nella gratificazione economica degli insegnanti. Eppure, con il passare dei mesi si percepisce un dialogo virtuoso tra chi vuole imparare e chi vuole insegnare, al di là dei doveri che le rispettive posizioni prevedono. Ed è proprio questa la sintesi che dovrebbe invogliare ed incentivare i dirigenti scolastici della provincia di Caserta e del sud Italia più in generale, ad intraprendere scelte che puntino a percorsi formativi in grado di offrire sbocchi lavorativi che passino attraverso forme culturali diverse e non antitetiche alla formazione scolastica classica. Dunque fa piacere leggere che il Preside Bovenzi abbia deciso di far replicare “Il Piccolo Principe” nel teatro Ariston di Mondragone perché è giusto che l’arte, in tutte le sue forme, si espanda e coinvolga il maggior numero di persone possibili. Le coscienze, come vuole trasmettere proprio “Il Piccolo Principe”, che tra l’altro sarà presto nelle sale cinematografiche, si scuotono con l’amore e si alimentano con la passione. Solo cosi si potrà dare un senso alla vita diverso da quello che tutti si aspettano dalle nuove generazioni che oggi vivono nella tanto martoriata Campania ma che domani saranno classe dirigente….
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